Nel panorama della trasformazione digitale, gli avatar interattivi stanno emergendo come strumenti strategici per migliorare la customer experience, il training, ottimizzare i flussi aziendali e creare una relazione più autentica tra brand e persone.
Dall’assistenza clienti alla formazione interna, passando per il marketing e il retail, questi assistenti virtuali intelligenti stanno già cambiando il modo in cui lavoriamo e interagiamo. Ma procediamo a step.
Un avatar interattivo è un assistente virtuale basato su tecnologie di intelligenza artificiale conversazionale, capace di dialogare in tempo reale, riconoscere il linguaggio naturale, rispondere a domande e svolgere compiti specifici. Può essere visualizzato su:
Totem digitali o chioschi interattivi
Siti web e app mobile
Piattaforme di e-learning
Ambienti in realtà aumentata o virtuale
Grazie all’evoluzione dell’AI generativa, questi avatar sono sempre più realistici, naturali e capaci di personalizzare l’interazione.
Ad oggi gli esempi di applicazioni non sono ancora molti e spesso si parla di avatar interattivi in maniera impropria, anche quando nel "dietro le quinte" non c'è l'intelligenza artificiale. Facciamo dunque chiarezza con degli esempi dal mondo per capire meglio.
Di fronte alla crescente difficoltà nel reperire personale per i suoi minimarket aperti 24 ore su 24, la catena giapponese Lawson ha scelto di puntare sugli avatar digitali per garantire l’assistenza ai clienti, anche durante le ore notturne. Un sistema di avatar interattivi basati su AI? In realtà no. Il sistema prevede l’impiego di commessi remoti all’estero, che interagiscono con i clienti attraverso schermi e robot posizionati all’interno dei negozi. Il primo avatar di questo tipo è stato attivato nel gennaio 2024 ed è stato gestito da un dipendente giapponese residente in Svezia: grazie al fuso orario favorevole, l’operatore può offrire supporto in tempo reale durante le ore notturne in Giappone.
Gli avatar sono attualmente presenti in 28 punti vendita, tra Tokyo, Osaka e Fukuoka, e vengono utilizzati principalmente per assistere i clienti nell’uso delle casse automatiche. Questo sistema, realizzato in collaborazione con la tech company Avita, rappresenta una soluzione concreta e scalabile alla carenza di manodopera che da anni interessa il settore dei convenience store in Giappone.
Nei negozi aperti sull’isola artificiale di Yumeshima, i clienti hanno potuto interagire con questi assistenti digitali proprio come farebbero con un commesso in carne e ossa, ma con la flessibilità di una presenza remota e operativa h24. Una visione concreta e futuristica di come gli avatar interattivi possano trasformare il retail e rispondere alla crescente sfida della carenza di personale.
Un potenziale next step? Avere dall'altra parte un avatar non umano, e l'intelligenza artificiale conversazionale.
Quanto quindi sono lontani gli avatar conversazionali potenziati da AI e non da umani? In realtà sono molto più vicini di quanto pensiamo, non sono una tecnologia futuribile ma strumenti già efficaci per migliorare l'esperienza. Stanno iniziando infatti ad emergere alcuni casi di avatar conversazionali potenziati da AI, e le maggiori applicazioni ad oggi sono nel mondo del marketing e dell'online shopping anche se ancora poche al momento in cui scriviamo l'articolo.
Vediamo insieme degli esempi.
In un mondo dove la personalizzazione è tutto, alcune aziende hanno iniziato a usare avatar AI conversazionali in fase pilota, per trasformare i processi di vendita e comunicazione. Un esempio concreto arriva da getitAI, che ha realizzato per il brand True Classic un assistente virtuale animato che è in fase pilota. L’avatar parla con l’utente in tempo reale, suggerisce prodotti su misura e supporta la scelta del cliente con naturalezza e fluidità.
Al momento nel sito non è ancora visibile, ma è possibile vedere una demo a questo link.
Un'applicazione interessante degli avatar conversazionali è quella legata alla corporate identity, volta quindi a dare all'utente un'immagine della propria azienda o comunque una panoramica.
Un esempio è Boldstuff azienda specializzata in AI, che utilizza l'avatar conversazionale per presentare la propria azienda direttamente sul proprio sito, dando quindi la possibilità all'utente di conversare senza necessariamente dover navigare nello scheletro del sito e fornendo quindi già dal proprio sito un'immagine innovativa.
Uno degli aspetti interessanti è la capacità dell'avatar conversazionale di parlare diverse lingue, e quindi di interagire con persone da tutto il mondo. Vediamo meglio come funziona:
1. ICONA AVATAR INTEGRATA NEL SITO: sul sito è presente un'icona che invita l'utente a chattare.
2. CTA A CHATTARE: E' presente un pulsante sull'avatar che invita l'utente alla conversazione. Una volta schiacchiato chat now è possibile scegliere la lingua in cui si vuole avviare la conversazione.
3. INTRODUZIONE ALL'AZIENDA E INIZIO INTERAZIONE VERBALE O SCRITTA: Una volta selezionata, l'avatar ti accoglie con un'introduzione dell'azienda e ti da la possibilità di interagire in due modalità o via chat o via microfono, dando quindi all'utente diverse opzioni di interazione.
Siamo di fronte ai primi casi di avatar conversazionali con un volto e con una capacità di parlare più lingue e le applicazioni potenziali offline (non solo nel mondo retail) possono essere molteplici.
Ma non solo, immaginate di poter fornire formazione al vostro personale in azienda con il supporto di un avatar conversazionale che accompagna i vostri nel processo di apprendimento. Futuro lontano? No ormai realtà e LFM spa è già al lavoro con i propri partner per fornire soluzioni innovative già oggi sul fronte degli avatar conversazionali con applicazioni lato formazione, sito e offline.
Che aspettate dunque? Scriveteci a info@lfmspa.it