Nel mondo dell’organizzazione eventi, ciò che fa davvero la differenza è la capacità di anticipare i bisogni del cliente, curare ogni dettaglio e offrire esperienze personalizzate che trasformano un semplice appuntamento in un momento indimenticabile. In questo, LFM è un partner strategico a 360°. Dalla gestione logistica internazionale alle VIP Experience, fino alla presenza sul campo con personale qualificato, LFM si distingue per affidabilità, competenza e un approccio sartoriale in ogni progetto. Scopriamo insieme tutti i servizi che rendono questa realtà un punto di riferimento per i brand più esigenti. 1. Media Trip e VIP Experience: il viaggio inizia con l’emozione giusta Che si tratti di un lancio prodotto, di una fiera internazionale o di una conferenza stampa, LFM progetta e realizza Media Trip su misura per giornalisti, influencer, stakeholder e ospiti speciali. Ogni viaggio è un’occasione di narrazione: dall’accoglienza in aeroporto fino all’esperienza esclusiva in location d’eccezione, tutto è pensato per valorizzare il brand e creare un impatto emozionale forte e duraturo. Non semplici eventi, ma esperienze immersive, pensate per far vivere il prodotto o servizio in modo autentico, memorabile e condivisibile. 2. Servizi di pick-up e transfer in tutto il mondo “Dove vuoi, quando vuoi”: LFM è presente ovunque grazie a una rete di collaboratori e fornitori selezionati in tutto il mondo. Organizziamo servizi di pick-up e transfer per ospiti, delegazioni e team aziendali, con personale qualificato presente on site per garantire assistenza, puntualità e comfort. Ogni spostamento viene gestito con massima precisione e flessibilità, tenendo conto delle esigenze logistiche, dei tempi e della sicurezza. 3. Display personalizzati: esporre è raccontare LFM si occupa anche della creazione di display su misura per la presentazione di prodotti e servizi, perfettamente integrati nello storytelling dell’evento. Dalla scelta dei materiali alla progettazione del layout, ogni elemento è curato per esaltare l'identità del brand e offrire un’interazione coerente e coinvolgente con il pubblico. Un display efficace non espone soltanto: racconta, affascina e connette. 4. Servizio concierge on site: l’eccellenza nella cura del dettaglio Durante ogni evento, LFM garantisce la presenza di personale dedicato, pronto ad assistere ospiti e delegati in ogni fase della loro esperienza. Il nostro servizio di concierge on site è attivo h24 e rappresenta un vero punto di riferimento operativo e umano: dalla risoluzione di problemi pratici al supporto personalizzato, siamo presenti in ogni momento per garantire fluidità, comfort e sicurezza. Questa presenza costante fa sì che ogni ospite si senta seguito, valorizzato e al centro dell’esperienza. 5. Una squadra, una visione, un solo obiettivo: il successo del tuo evento Ciò che rende LFM diversa non è solo la varietà dei servizi offerti, ma il modo in cui vengono erogati: con cura, passione e attenzione sartoriale. Collaboriamo fianco a fianco con aziende, agenzie e brand internazionali per realizzare eventi, lancio prodotto e tour esperienziali che parlano la lingua della qualità e dell'efficienza. Ogni progetto è unico. Ogni esperienza è costruita su misura. Perché per noi, ogni cliente è speciale — e ogni evento è una nuova opportunità di stupire. Contattaci per scoprire tutti i nostri servizi Vuoi organizzare un evento con un team che ti accompagna in ogni fase, ovunque nel mondo? Affidati a LFM. Esperienza, affidabilità e passione al servizio del tuo brand. Contattaci oggi stesso per scoprire come possiamo rendere il tuo prossimo evento qualcosa di davvero straordinario.
C'è un nuovo protagonista nella comunicazione digitale. Non dorme mai, non sbaglia tono, non ha crisi d’identità, eppure parla, si muove e incarna alla perfezione i valori di un brand. Si chiama Ambassador AI, ed è molto più di una moda tech passeggera: è una figura strategica destinata a cambiare per sempre il modo in cui le aziende dialogano con il proprio pubblico. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di avatar digitali sempre più realistici. E anche se oggi siamo ancora lontani da una perfetta simulazione della presenza umana, le tecnologie di generazione automatica stanno evolvendo a ritmi impressionanti. Lip sync sempre più accurati, movimenti facciali naturali, gestualità credibili: tutto ciò che un tempo richiedeva giorni di lavoro e post-produzione ora può essere generato con un click. Una rivoluzione che segna un netto distacco rispetto ai processi lenti e artigianali che, nel 2016, avevano dato vita alla prima vera influencer virtuale: Lil Miquela. Lil Miquela: la pioniera dell’influenza digitale, prima ancora dell’AI Quando Lil Miquela è apparsa su Instagram nel 2016, ha scosso il mondo dei social media con il suo mix di realismo e artificio. Giovane, stilosa, socialmente impegnata, sembrava una ragazza in carne e ossa. Ma osservandola da vicino, qualcosa nel suo volto lasciava intuire che non fosse reale. E in effetti non lo era. Miquela era (ed è) un personaggio virtuale, creato dal collettivo creativo Brud, una startup di Los Angeles specializzata in storytelling e tecnologia. Il suo successo, però, non derivava da un’intelligenza artificiale: ogni contenuto era pensato, scritto e pubblicato da un team umano. Le immagini venivano prodotte tramite software 3D e fotoritocco, la voce era doppiata da attori reali, i testi curati come una vera sceneggiatura. Miquela non era altro che una finzione orchestrata con straordinaria coerenza narrativa. Ma tanto bastava per convincere milioni di follower, conquistare le copertine di riviste, firmare contratti con brand come Prada, Calvin Klein e Samsung. Nonostante fosse priva di intelligenza propria, Lil Miquela ha aperto un varco culturale: ha dimostrato che anche una presenza digitale costruita a tavolino può essere percepita come autentica, se sostenuta da una narrazione solida. È stata il primo esperimento riuscito di “umanizzazione digitale”, aprendo la strada a numerosi altri progetti – da Shudu a Imma, da Bermuda a Aitana – ognuno con una diversa forma di realismo e coinvolgimento. Questa assenza di AI non toglie nulla alla sua portata storica. Al contrario: Miquela ha dimostrato per prima che un personaggio virtuale può essere percepito come “reale”, seguito, amato, criticato, imitato. È stata il prototipo culturale su cui si sono costruiti decine di altri progetti nel mondo, da Shudu Gram a Imma, da Bermuda a Blawko. Ma ha anche messo in luce i limiti di un’influenza digitale non interattiva: ogni sua parola era filtrata da esseri umani, ogni reazione studiata a tavolino. Shudu Gram modella AI Dall’illusione alla conversazione: l’era dell’AI generativa Oggi, però, la situazione è cambiata radicalmente. I nuovi ambassador AI non sono più marionette digitali controllate a distanza, ma entità semi-autonome in grado di parlare, reagire e apprendere. Grazie a modelli linguistici avanzati come ChatGPT, questi avatar possono dialogare in tempo reale, adattare il tono a seconda del contesto e persino gestire interazioni complesse. Con software come Synthesia, D-ID o Inworld AI, è possibile creare personaggi virtuali che animano video, webinar o eventi con voce e mimica credibili. La sintesi vocale generativa (come quella offerta da ElevenLabs o Murf.ai) consente inoltre di personalizzare ogni ambassador, rendendolo unico nel suono e nello stile. In questo nuovo scenario, il salto non è solo tecnologico: è concettuale. Se Lil Miquela era una creatura “pre-scriptata”, oggi gli ambassador AI sono interlocutori digitali capaci di evolvere nel tempo e diventare parte attiva nella comunicazione di un brand. Non si limitano a rappresentarlo: lo personificano. Una voce italiana in un mercato globale ’Italia si affaccia all’era degli avatar In Italia, il fenomeno è ancora agli inizi ma cresce rapidamente. Tra le prime a emergere c’è Francesca Giubelli, la prima influencer AI italiana, nata nel 2024. Il suo look elegante e mediterraneo – ispirato a icone come Monica Bellucci e Sofia Loren – è stato pensato per incarnare il fascino del Made in Italy. Francesca promuove viaggi, prodotti, cultura e turismo, partecipando anche a eventi reali. Secondo quanto annunciato, potrebbe persino candidarsi a sindaco di Roma nel 2027: una provocazione? Forse. Ma anche un segnale di quanto rapidamente stia cambiando il confine tra rappresentazione e realtà. Un altro esempio significativo è Zoe De Biasi, ambassador AI del brand McFIT Italia. Presentata nel marzo 2025, Zoe è una figura creata per ispirare la community fitness con contenuti motivazionali, video workout e rubriche dedicate al benessere. Nata digitalmente a Torino e “simulata” come studentessa di Scienze Motorie, Zoe è una presenza costante e ottimista, pensata per affiancare (e non sostituire) i volti reali delle palestre McFIT. La sua accoglienza da parte del pubblico è stata vivace e divisa. Da un lato, molti hanno accolto con curiosità e simpatia la novità, sottolineando come Zoe rappresenti coerenza e costanza – almeno lei non salta la palestra, ha commentato qualcuno ironicamente. Dall’altro, non sono mancate critiche sul piano dell’autenticità: può davvero ispirare chi non fatica davvero? Il brand ha chiarito la sua posizione: Zoe non è un’alternativa ai trainer o agli ambassador umani, ma un’estensione della comunicazione, un volto che può accompagnare e motivare in modo nuovo e coinvolgente. Ci aspetta una nuova frontiera tra umano e artificiale La nascita degli ambassador AI segna l’inizio di una nuova era della comunicazione: un'epoca in cui volti sintetici ma credibili possono dialogare con le persone, raccontare storie e rappresentare valori. Non si tratta di sostituire gli esseri umani, ma di potenziare l’esperienza di marca con strumenti nuovi, sempre disponibili, perfettamente coerenti e altamente personalizzabili. Se Lil Miquela ha inaugurato la stagione degli avatar, figure come Zoe e Francesca ci dimostrano che l’Italia è pronta a sperimentare un nuovo modo di comunicare, dove creatività e tecnologia si incontrano per dare vita a personalità digitali che non dormono, non sbagliano tono, e – soprattutto – parlano a nome dei brand in un linguaggio che evolve con il pubblico. E forse, per la prima volta, anche con sé stesse.
Era Il 17 giugno 2024 quando al prestigioso Cannes Lions International Festival of Creativity, veniva proiettato uno spot destinato a fare storia. Toys“R”Us, storico marchio di giocattoli presentava infatti The Origin of Toys“R”Us, il primo spot pubblicitario mai realizzato quasi interamente con un’intelligenza artificiale generativa: Sora, sviluppata da OpenAI. E da allora è passato quasi un anno e quel “esperimento” si è rivelato una svolta epocale: l’AI generativa non è più una promessa, ma una realtà sempre più integrata nella produzione creativa, pubblicitaria e mediatica. Uno spot di 66 secondi sull'infanzia del fondatore Lo spot, della durata di 66 secondi, racconta l’infanzia di Charles Lazarus, fondatore di Toys“R”Us, ambientata negli anni ’30. Il giovane Charles lavora in un negozio di biciclette. Dopo essersi addormentato nel retrobottega, sogna un mondo fantastico popolato da giocattoli e dalla celebre mascotte Geoffrey la Giraffa. Inizia così, in forma poetica e visivamente cinematografica, la storia onirica del marchio. Una curiosità? La mascotte Geoffrey, oggi uno dei simboli globali di Toys“R”Us, compare nel sogno come guida spirituale del piccolo Charles. È un elemento aggiunto dallo storytelling generato con prompt AI. Sora di OpenAI: come funziona davvero Sora è un’AI generativa text-to-video, annunciata da OpenAI nel febbraio 2024. È in grado di creare video realistici fino a 60 secondi partendo da una descrizione testuale dettagliata, simulando movimento, luce, transizioni e ambienti in modo coerente. Ai tempi della pubblicazione non era disponibile al pubblico e Toys“R”Us aveva avuto accesso al tool grazie a una partnership sperimentale, rendendo questo spot uno dei primissimi progetti commerciali realizzati con Sora al mondo. L'agenzia creativa Native Foreign, basata a Los Angeles, ha affiancato il team di Toys“R”Us Studios durante l'intero processo. Il risultato finale è stato ottenuto con centinaia di prompt iterativi, affinati per rendere lo stile coerente, l'atmosfera vintage e l’animazione fluida. Secondo fonti interne, l’80-85% del contenuto visivo è stato generato dall’AI, mentre il restante 15-20% è stato rifinito da videomaker, sound designer e colorist umani. Curiosità e retroscena Il video è stato montato e finalizzato in meno di 6 settimane, un tempo record per uno spot cinematografico. Il team ha usato prompt come: “A dreamy 1930s bicycle shop with warm lighting, seen through the eyes of a curious child”. La giraffa Geoffrey è stata creato interamente da AI – non esiste un modello 3D importato. Non è stato girato alcun frame reale: tutto è frutto di generazione video AI + montaggio. l video ha ottenuto oltre 5 milioni di visualizzazioni nelle prime 48 ore dalla pubblicazione sui social del brand. Cosa è successo dopo? L’AI generativa ha accelerato Dal lancio dello spot a oggi è passato quasi un anno, l’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa ha fatto passi da gigante. Ecco alcuni insight chiave: 1. Da Sora in anteprima a Sora per tutti A quell’epoca, Sora era ancora in accesso limitato a partner selezionati. Ma tutto è cambiato a partire dal 9 dicembre 2024, quando OpenAI ha reso Sora disponibile al pubblico per gli abbonati a ChatGPT Plus e ChatGPT Pro. ✨ Oggi, Sora ti permette di: Generare video da 5 a 20 secondi in vari formati (verticale, orizzontale, quadrato) Esportare in risoluzione fino a 1080p (solo utenti Pro) Usare prompt dettagliati per gestire stile visivo, atmosfera, movimenti di camera Creare contenuti in più lingue, compreso l’italiano L'apertura globale, inclusa l’Italia (dal 28 febbraio 2025), ha segnato una svolta: l’intelligenza artificiale video è passata dall'élite alla massa, con creator, marketer e brand che ora possono produrre video professionali con un tool AI e una buona idea. Per gli utenti italiani, Sora è disponibile per gli abbonati ChatGPT Plus (20 dollari al mese) e Pro (200 dollari al mese). La durata massima dei video è di 20 secondi, con opzioni personalizzabili di 5, 10, 15 o 20 secondi. Le risoluzioni supportate variano da 480p a 1080p, quest’ultima disponibile solo per gli abbonati Pro. Sora supporta diversi formati, tra cui widescreen (16:9), verticale (9:16) e quadrato (1:1), rendendolo versatile per varie piattaforme e utilizzi . Questa apertura ha segnato un punto di svolta nell'utilizzo dell'AI generativa nel campo della produzione video, rendendo strumenti avanzati accessibili a un pubblico più ampio e stimolando ulteriormente l'innovazione nel settore. 2. Strumenti concorrenti sono emersi rapidamente Runway, Pika Labs, Luma AI e altre piattaforme hanno ampliato il loro raggio d’azione. I video generati oggi: Supportano input audio e voice-over dinamici Includono editing in tempo reale Possono replicare motion tracking e transizioni cinematografiche 3. Le grandi agenzie stanno formando reparti AI interni WPP, Publicis, e Omnicom hanno avviato AI creative labs. Alcune campagne del 2025 sono state pensate end-to-end con AI generativa per animatics, previsualizzazione e perfino storyboard e copy testing. 4. Cambia la cultura del brief creativo Il prompt engineering sta diventando una skill richiesta nei team marketing. Un brief tradizionale ora può includere: “Genera una scena notturna stile Blade Runner con pioggia, luci al neon e una bambina che guarda fuori da un treno”. Dallo spot Toys“R”Us alla disponibilità globale di Sora e di tanti altri strumenti, il passo è stato breve, anzi brevissimo ma rivoluzionario. Ora l’AI non è più un supporto tecnico: è una co-autrice. E il futuro dell’advertising si scrive — anzi, si prompta — proprio da qui.
Abbiamo lanciato da poco Lo Staff Game, il contest esclusivo pensato per mettere alla prova Field e Promoter in sfide mensili ispirate a KPI concreti e alle dinamiche reali del mondo retail. Dopo aver indagato come veri detective nel misterioso mese di maggio, a giugno cambiamo scenario e ci spostiamo direttamente sul campo di battaglia del punto vendita. Qui prende vita la nuova missione dello Staff Game di LFM: Display Warrior. La sfida del mese: costruire con idee Ogni display racconta una storia. A volte in silenzio, a volte con colori accesi, a volte con una disposizione talmente intuitiva da guidare il cliente senza bisogno di parole. La sfida che lanciamo a giugno è semplice da spiegare, ma richiede occhio, attenzione e una buona dose di strategia: creare il miglior display espositivo nel punto vendita. Non si tratta solo di montare materiali o seguire uno schema. Si tratta di trasformare uno spazio fisico in un’esperienza visiva e funzionale, che rispecchi il brand, parli al cliente e resti impressa. Cosa valutiamo? I KPI del perfetto Display Warrior Come in ogni battaglia che si rispetti, ci sono regole chiare. Ecco i quattro indicatori chiave che guideranno la valutazione dei vostri display: Creatività: L’idea colpisce? Sorprende? È inaspettata ma coerente con il tono e l’immagine del brand? Ordine e chiarezza: Il risultato finale è curato, leggibile, ben organizzato? Rispetto delle linee guida: Tutto ciò che compone il display – materiali, colori, proporzioni – è fedele alle direttive fornite? Ingaggio del cliente: Il display cattura l’attenzione? Invita a scoprire di più? Stimola la curiosità o la voglia di toccare, leggere, scegliere? In sintesi, cerchiamo display che parlano al cliente prima ancora che il prodotto lo faccia. Premi e visibilità: mostra il tuo talento Come ogni mese, i migliori allestimenti verranno selezionati e celebrati all’interno della comunicazione LFM, con una menzione speciale sui nostri canali ufficiali. I vincitori riceveranno inoltre un riconoscimento simbolico e avranno accesso diretto alla finale annuale di dicembre, dove si sfideranno i migliori di tutte le missioni. Il premio finale? Un’esperienza esclusiva targata LFM da vivere… lontano dal punto vendita, ma con lo stesso spirito di squadra. Qualche spunto per ispirarti Hai bisogno di qualche dritta? Ecco alcuni suggerimenti per affrontare la sfida con il giusto mindset: Parti dal brand: immergiti nella sua identità, nel suo linguaggio, nei suoi valori. Il tuo display deve rappresentarlo con autenticità. Pensa in verticale: lo spazio è oro. Sfruttalo bene, organizza i livelli, guida lo sguardo. Cura i dettagli: un angolo storto o un materiale fuori tema possono compromettere l’effetto finale. Fatti domande da cliente: Cosa mi colpisce? Cosa mi invoglia? Cosa mi resta impresso? Non improvvisare: le linee guida sono la mappa, la tua creatività è la strada. Raccontaci il tuo progetto Hai realizzato un display di cui sei particolarmente fiero? Non tenerlo per te: condividilo con il team! Inviaci foto, dettagli e – perché no – il dietro le quinte del tuo processo creativo. I progetti migliori saranno selezionati per essere raccontati in una rubrica speciale. Giugno è il mese dell’impatto visivo. Della concretezza. Dell’intuizione creativa. Preparati a metterti in gioco: il punto vendita è il tuo palcoscenico, e tu sei il protagonista. Diventa un vero Display Warrior.
In un'epoca di lavoro ibrido, trasformazioni digitali e nuove aspettative generazionali, il team building non è più un'opzione accessoria, ma una leva strategica per costruire coesione, fiducia e performance sostenibili. Nel 2025, le aziende stanno ripensando profondamente il modo in cui rafforzano i legami tra colleghi, puntando su esperienze coinvolgenti, inclusive e ad alto impatto emotivo. Perché il Team Building è Cruciale nel 2025 Secondo una meta-analisi pubblicata su Small Group Research, il team building ha effetti positivi misurabili su coesione, comunicazione e performance, soprattutto quando si focalizza su obiettivi condivisi, ruoli chiari e relazioni interpersonali . Inoltre, il concetto di sicurezza psicologica è diventato centrale: i team in cui i membri si sentono liberi di esprimersi senza timore di giudizio mostrano maggiore innovazione, apprendimento e resilienza .Wikipedia Un altro dato significativo: il 52% dei dipendenti ha lasciato o considerato di lasciare un lavoro per mancanza di senso di comunità . Il team building, quindi, non solo migliora la collaborazione, ma è anche un potente strumento di retention. Trend Chiave del Team Building nel 2025 1. Esperienze Immersive e Formazione Esperienziale Le aziende stanno abbandonando le attività tradizionali a favore di esperienze immersive che combinano apprendimento e divertimento. In Spagna, ad esempio, sessioni teatrali interattive vengono utilizzate per sviluppare soft skills come comunicazione e leadership, con un impatto significativo sull'engagement dei dipendenti .El País 2. Tecnologia e Realtà Virtuale L'adozione di tecnologie come la realtà virtuale (VR) sta rivoluzionando il team building. Studi recenti mostrano che ambienti VR possono migliorare l'inclusione e la coesione nei team, soprattutto per i nuovi membri, creando un senso di vicinanza anche a distanza. 3. Attività Ibride e Personalizzate Con la diffusione del lavoro ibrido, le attività di team building si adattano per includere sia momenti in presenza che virtuali, garantendo inclusività e flessibilità. Questo approccio consente di coinvolgere tutti i membri del team, indipendentemente dalla loro ubicazione fisica. 4. Focus su Benessere e Inclusività Le organizzazioni stanno integrando attività che promuovono il benessere mentale e fisico, come sessioni di mindfulness, workshop sulla diversità e inclusione, e iniziative di volontariato. Queste attività non solo migliorano la salute dei dipendenti, ma rafforzano anche i legami interpersonali. Benefici Tangibili del Team Building Numerosi studi evidenziano i vantaggi concreti delle attività di team building: Aumento della produttività: team coesi lavorano in modo più efficiente e con maggiore motivazione. Miglioramento della comunicazione: le attività collaborative favoriscono l'apertura e la chiarezza nei rapporti interpersonali. Riduzione del turnover: dipendenti che si sentono parte di un team sono meno propensi a lasciare l'azienda. Stimolo all'innovazione: ambienti di lavoro collaborativi incoraggiano la condivisione di idee e la creatività. Nel 2025, il team building si conferma come uno strumento essenziale per costruire team resilienti, innovativi e coesi. Investire in attività che promuovono la collaborazione, l'inclusività e il benessere non è solo una scelta etica, ma una strategia vincente per affrontare le sfide del futuro del lavoro. LFM spa: dal 2011 al fianco delle aziende per costruire spirito di squadra Dal 2011, LFM spa è partner strategico di aziende italiane e internazionali nella progettazione e realizzazione di team building su misura, con un approccio orientato all’esperienza, alla relazione e alla crescita collettiva. Che si tratti di attività outdoor, format formativi esperienziali, soluzioni ibride o eventi di corporate wellness, LFM mette al centro le persone e i loro valori condivisi, creando momenti autentici che rafforzano lo spirito di squadra e contribuiscono a costruire una cultura aziendale solida e sostenibile. Con oltre un decennio di esperienza, una rete di trainer specializzati e una capacità organizzativa consolidata, LFM spa continua a innovare il mondo del team building, portando creatività, strategia e cura dei dettagli in ogni progetto. Perché fare squadra non è solo un’attività: è una visione.
Siamo entusiasti di annunciare che LFM SPA supporterà lo sviluppo e l'execution del Pokémon Roadshow Gioca & Scambia, un evento nazionale realizzato in collaborazione con Nintendo che sta portando la magia del mondo Pokémon direttamente nei centri commerciali italiani. Un tour all’insegna del divertimento Il Pokémon Roadshow coinvolge 8 centri commerciali in tutta Italia e rappresenta una straordinaria occasione per appassionati, famiglie e curiosi di ogni età per immergersi nel mondo Pokémon, provare i titoli più recenti per Nintendo Switch, e soprattutto... scambiare carte e sfidarsi in un clima di festa! Il tour Gioca & Scambia è un'occasione unica per: Scambiare carte del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon (GCC) con altri Allenatori. Partecipare a sfide nel GCC Pokémon. Provare i videogiochi Pokémon Scarlatto, Pokémon Violetto e Leggende Pokémon: Arceus su Nintendo Switch. Ricevere gadget esclusivi e divertirsi con attività interattive, come la parete da colorare. Incontrare Pikachu e scattare una foto ricordo. Inoltre, ogni weekend sarà possibile partecipare all'attività Cerca e Trova i Pokémon: una caccia al tesoro all'interno del centro commerciale per trovare determinati Pokémon nei negozi aderenti e ricevere una carta speciale del GCC Pokémon. Come LFA SPA, siamo orgogliosi di contribuire al successo dell’iniziativa attraverso un presidio strategico nei giorni che precedono ogni tappa. In particolare: Saremo presenti nelle giornate antecedenti l’evento all’interno dei centri commerciali coinvolti. Collaboreremo attivamente con i retail partner, supportando la visibilità dei prodotti Pokémon e Nintendo con attività promozionali dedicate. Offriremo il nostro supporto logistico e operativo per garantire una customer experience fluida e memorabile. Calendario degli eventi Ecco le date confermate del tour: 16–18 maggio: CC Oriocenter, Bergamo 23–25 maggio: CC Le Gru, Torino 6–15 giugno: CC I Gigli, Firenze 27 giugno – 6 luglio: CC Il Centro, Arese 11–13 luglio: CC Fiumara, Genova 25–27 luglio: CC Le Befane, Rimini Altri 4 eventi ancora da annunciare. Un'esperienza per tutti L'evento è pensato per coinvolgere sia i fan di lunga data che i nuovi appassionati: Allenatori esperti potranno ampliare la propria collezione di carte e affinare le strategie di gioco. Neofiti avranno l'opportunità di imparare le regole del GCC Pokémon grazie alla presenza di dimostratori esperti. Famiglie e bambini potranno godere di un ambiente accogliente e ricco di attività ludiche. Unisciti a noi! Invitiamo tutti a partecipare a questa straordinaria avventura nel mondo dei Pokémon. Segui i nostri canali per rimanere aggiornato sulle prossime tappe e sulle attività in programma.
Il 15 maggio 2025, l’iconico Velodrom di Berlino ha ospitato uno degli eventi più attesi dell’anno nel mondo della tecnologia indossabile: la presentazione ufficiale dei nuovi smartwatch Huawei Watch 5 e Watch Fit 4. Un lancio che non si è limitato alla semplice introduzione di prodotto, ma che ha offerto un’esperienza immersiva all’insegna di innovazione, sport e benessere digitale. Con l’obiettivo dichiarato di ridisegnare il futuro della salute e del fitness, Huawei ha portato sul palco due dispositivi in grado di combinare tecnologie di monitoraggio all'avanguardia, design sofisticato e una visione chiara: rendere la cura di sé un’attività intuitiva, quotidiana e intelligente. TruSense migliorato: il cuore della nuova generazione Huawei Al centro dell’attenzione, oltre alle novità in termini di design e funzionalità, c'è la nuova versione migliorata di TruSense, l’avanzata tecnologia proprietaria di Huawei dedicata al monitoraggio della salute. Grazie a sensori più precisi, algoritmi evoluti e una capacità di lettura continua, Watch 5 e Watch Fit 4 offrono analisi dettagliate di parametri come frequenza cardiaca, qualità del sonno, saturazione dell’ossigeno, livelli di stress e attività fisica. Una piattaforma pensata non solo per gli sportivi, ma per chiunque voglia prendere consapevolezza del proprio stato fisico e mentale in modo semplice e immediato. Jasmine Ferraris Co Founder LFM e Claudia Uzzardi reponsabile Eventi LFM Un’esperienza organizzativa firmata LFM spa Dietro le quinte di questo evento internazionale, la regia impeccabile di LFM spa, che si è occupata dell’intera organizzazione logistica e operativa, trasformando la presentazione di prodotto in una media trip di alta qualità. Oltre 80 giornalisti italiani, insieme a un selezionato gruppo di buyer del settore, hanno preso parte a un programma su misura, curato nei minimi dettagli per offrire un’esperienza coinvolgente e memorabile. Dal viaggio all’accoglienza, dai briefing ai momenti esperienziali, ogni fase è stata pensata per valorizzare al meglio i contenuti del brand e creare un contesto ideale per raccontarli. Running experience a Berlino: test su strada con i nuovi smartwatch Uno dei momenti clou dell’evento è stata la sessione di running urbana, progettata per permettere agli ospiti di provare direttamente le funzionalità dei nuovi dispositivi in condizioni reali. Guidati da trainer professionisti, i partecipanti hanno esplorato le strade di Berlino indossando i Watch 5 e Watch Fit 4, monitorando in tempo reale le loro prestazioni: battito cardiaco, distanza, ritmo, calorie bruciate, livello di ossigenazione e molto altro. Non una semplice dimostrazione tecnica, ma una vera e propria esperienza immersiva, capace di far percepire concretamente il valore della tecnologia Huawei applicata al benessere personale. Tecnologia, stile e benessere: un nuovo standard per il digital lifestyle Con Watch 5 e Watch Fit 4, Huawei consolida la propria leadership nel settore degli smartwatch, spingendosi oltre la mera funzionalità e abbracciando una visione integrata del lifestyle digitale. Dispositivi belli da indossare, intuitivi da usare, intelligenti nel supportare le scelte quotidiane in ambito salute, fitness e produttività personale. L’evento di Berlino non ha solo celebrato il lancio di nuovi prodotti: ha mostrato come la tecnologia possa accompagnare e migliorare la vita quotidiana, se inserita in un’esperienza costruita con cura, competenza e attenzione ai dettagli. E in questo, LFM spa ha avuto un ruolo fondamentale, confermandosi partner strategico nella progettazione di eventi ad alto impatto per brand di livello internazionale.
Abbiamo lanciato da poco Lo Staff Game, il contest esclusivo pensato per mettere alla prova Field e Promoter in sfide mensili ispirate a KPI concreti e alle dinamiche reali del mondo retail. Dopo aver lavorato sull’allestimento perfetto a marzo con la sfida The Perfect Shelf, e allo speed selling ad Aprile, a Maggio è arrivato il momento di cambiare ritmo e scendere in campo con una nuova skill fondamentale per ogni professionista del settore: garantire standard qualitativi altissimi anche aglu occhi più critici del mistery shopper. Maggio è il mese del Mistery Shopper attack. Maggio e la sfida Mistery shopper Nel mondo del retail, ogni interazione con il cliente è un'opportunità per lasciare un'impressione positiva e duratura. La sfida di maggio mette alla prova la capacità dei Field e dei Promoter di offrire un'esperienza cliente impeccabile, sotto l'occhio attento di un mystery shopper. Obiettivo Superare l’ispezione di un mystery shopper che valuterà: Preparazione: Conoscenza approfondita del prodotto e capacità di rispondere alle domande del cliente. Customer Experience: Qualità dell'interazione, cortesia, empatia e capacità di guidare il cliente verso la scelta migliore. KPI Il punteggio ricevuto dal mystery shopper sarà basato su: Conoscenza del prodotto: Capacità di fornire informazioni dettagliate e accurate. Interazione: Approccio proattivo, ascolto attivo e personalizzazione del servizio. Le strategie vincenti per dominare lo Speed Selling Per affrontare con successo la sfida, ecco alcune strategie chiave: 1. Conoscenza del Prodotto Essere esperti del prodotto è fondamentale. Conoscere le caratteristiche, i benefici e le differenze rispetto alla concorrenza permette di rispondere con sicurezza e competenza alle domande del cliente. 2. Comunicazione Efficace Un linguaggio chiaro, empatico e orientato al cliente crea un'esperienza positiva. È importante adattare il proprio stile comunicativo alle esigenze del cliente, mostrando disponibilità e attenzione. 3. Ascolto Attivo Comprendere le reali necessità del cliente attraverso domande mirate e un ascolto attento consente di offrire soluzioni personalizzate e pertinenti. 4. Gestione delle Obiezioni Affrontare le eventuali obiezioni del cliente con professionalità e fornire risposte convincenti rafforza la fiducia e facilita la decisione d'acquisto. 5. Chiusura Efficace Concludere l'interazione con una sintesi dei benefici e un invito all'azione chiaro aiuta a finalizzare la vendita e lasciare un'impressione positiva. La sfida Mystery Shopper Attack è un'opportunità per dimostrare la propria eccellenza nel servizio clienti e nella conoscenza del prodotto. Preparati, mettiti alla prova e punta al massimo punteggio! Premi e Riconoscimenti in palio Premio Mensile: Gadget esclusivo firmato LFM e punti classifica extra. Grand Final (Dicembre): I migliori dell’anno si sfideranno per un premio speciale: un weekend esperienziale esclusivo. Come sempre, i vincitori verranno celebrati sui nostri canali ufficiali, con interviste dedicate e menzioni d’onore che valorizzeranno il loro percorso all’interno di LFM.
Per secoli, viaggiare è stato sinonimo di scoperta geografica, evasione e svago. Oggi, invece, il viaggio sta mutando radicalmente pelle. Non è più solo una pausa dalla routine, ma un percorso evolutivo, una ricerca di senso, relazione e trasformazione, un'evoluzione in cui il turista non è più un soggetto passivo ma diventa sempre più attivo, un vero e proprio contributore e co-creatore di esperienza. Questo trend è destinato ad affermarsi sempre di più entro i prossimi 5-10 anni e l’idea stessa di “viaggio” evolverà non solo grazie alle tecnologie emergenti, ma anche alla convergenza di fattori sociali, valoriali, climatici e digitali. Ma procediamo a step. Questa nuova idea di viaggio non nasce per caso, ma è il risultato di cambiamenti profondi nei valori, nelle tecnologie e nei bisogni dei consumatori. Quante volte ci è capitato di interfacciarci con un Millenial e un Gen Z che, entusiasta, vi ha raccontato del prossimo viaggio pianificato, un viaggio di connessione più che di visita? E la percezione della connessione, diventa palese quando ascolti come descrivono il viaggio stesso, dall'uso della parola esperienza autentica che diventa ossessivamente presente nella conversazione. A sostenere questo shift della concezione di viaggio concepito come spostamento fisico e quindi destinazione, a viaggio-connessione e quindi trasformzione interiore, ci sono diverse ricerche. Airbnb in un report del 2023 pubblicato sui viaggiatori under 35 afferma che il 68% opta per esperienze che favoriscono relazioni significative. Questo dato indica che una larga maggioranza dei giovani viaggiatori non sceglie più le destinazioni solo per motivi estetici o di svago (es. paesaggi, eventi, relax), ma perché vogliono entrare in contatto autentico con persone, storie e culture. Cercano esperienze che li facciano sentire parte di qualcosa, anche temporaneamente. E questo include Incontri con host locali e famiglie del posto, partecipazione a rituali comunitari, sagre, laboratori artigianali, Viaggi di gruppo con sconosciuti, ma con affinità valoriali, Coinvolgimento in cause locali (volontariato, sostenibilità, progetti culturali). Questo dato viene confermato ulteriormente dalla ricerca di Euromonitor International del 2024 che afferma che le esperienze di viaggio comunitarie sono cresciute del 23% dal 2022 ed insieme ad esse tutte le offerte turistiche basate su interazione sociale e senso di appartenenza: dallo slow tourism nei borghi all’agriturismo partecipativo, fino ai retreat o ai viaggi co-creati con le comunità ospitanti. È un segno chiaro: il viaggio è sempre più relazione e sempre meno consumo. 🔍 Dati chiave: Il 68% dei viaggiatori under 35 cerca esperienze che favoriscano relazioni significative (Airbnb Trend Report 2023). Le esperienze “comunitarie” sono cresciute del 23% dal 2022 (Euromonitor Report 2024). Le origini della trasformazione Ma Da dove nasce questo switch più intimo, relazionale? Una delle risposte è la necessità, in un’epoca di iperconnessione, di sperimentare autenticità nella vita reale, in risposta probabilmente al mondo patinato a cui ci hanno abituato i social. Il viaggio diventa quindi uno spazio per relazioni vere, offline e non filtrate, un momento in cui si evolve, una sorta di palestra di trasformazione personale. Ma la ricerca di autenticità non è l'unico driver di questo cambiamento in atto: la crescente necessità di sentirsi bene, la crescita della flessibilità lavorativa e la diffusione del workation insieme al crescere di tecnologie come l'AI e la realtà aumentata stanno contribuendo a ridefinire il concetto di viaggio. 🔍 Dati chiave: Il segmento del turismo trasformativo cresce del 21% annuo (Global Wellness Institute). Il “turismo relazionale” è tra i 5 megatrend della decade (Skift, 2024). In un contesto di questo tipo come devono evolvere i brand turistici? Nel turismo del futuro, i brand turistici non dovranno più limitarsi a vendere esperienze standardizzate, ma agire come facilitatori di trasformazione personale. Questo significa offrire percorsi di viaggio personalizzati sulla base dello stato emotivo, dei valori e delle intenzioni profonde del viaggiatore, non più solo sulla base dell’età, del reddito o della provenienza geografica. Questo ha una implicazione profonda che mette in discussione i classici modi di proporre il turismo e allo stesso tempo di fare segmentazione. Il modo tradizionale di individuare il segmento target (es. “giovani 25-35, coppie senza figli, alto spendenti”) sta diventando obsoleto perché non coglie le vere motivazioni che guidano la scelta di una destinazione. Due persone della stessa fascia d’età possono avere desideri completamente opposti: uno cerca stimoli creativi, l’altro silenzio e rigenerazione. Ed è in questo frangente che tecnologie come l'AI entrano in gioco non solo in fase di segmentazione e quindi proposta personalizzata di viaggio, ma ancora prima nel funnel nel momento in cui l'utente inizia a cercare. E' chiaro a tutti ormai il cambiamento epocale in atto. La ricerca turistica, così come tante altre ricerche, sta attraversando una trasformazione profonda, e uno dei cambiamenti più significativi riguarda lo shift dal classico Google Search all’intelligenza artificiale conversazionale. Questo cambiamento non è solo tecnologico: è cognitivo, culturale e strategico. Cambia il modo in cui le persone pensano, formulano desideri e interagiscono con l’informazione. Siamo di fronte a un vero e proprio shift da keyword a intenzioni. Se prima, infatti, le persone cercavano con parole chiave (es. “cosa vedere a Venezia in 3 giorni”) oggi (e sempre di più domani: formulano domande complesse, aperte, orientate a desideri personali (es. “Qual è una città italiana che mi aiuti a riconnettermi con me stesso?”). L’AI conversazionale, a differenza dei motori di ricerca tradizionali, interpreta l’intenzione, il contesto e l’emozione dietro la domanda. Va da sè che, in questo contesto, la lista di link della Google search rischia di diventare sempre più obsoleta rispetto alla sintesi ragionata e personalizzata che puoi ottenere con l'AI. Questo cambia radicalmente l’approccio alla scoperta turistica: la ricerca non è più un punto di partenza, ma un processo co-creativo. L’utente non vuole più solo leggere una guida o un articolo, ma vuole co-creare con l'AI, vuole una raccomandazione adatta al proprio momento, profilo e stato emotivo. 🌐 Esempio: un utente può chiedere “voglio un luogo in Italia dove posso lavorare da remoto ma anche fare passeggiate al tramonto e incontrare persone interessanti”, e ricevere una proposta contestualizzata, aggiornata e geograficamente precisa. L'AI L’intelligenza artificiale può infatti raccogliere e interpretare segnali digitali come la search intent, la cronologia di viaggio, le interazioni social, le risposte a test emozionali, per costruire un “profilo emozionale dinamico” del viaggiatore, che evolve nel tempo e quindi consentire una segmentazione molto più profilata e appunto intima. 🧠 Questo profilo diventa la base per suggerire itinerari personalizzati che non puntano solo al “cosa fare”, ma al “come vuoi sentirti”. Le tre implicazioni strategiche per il turismo 1. La SEO tradizionale perderà peso a favore della CO I brand turistici dovranno ottimizzare per l’AI, non solo per Google. Questo significa che i contenuti, dovranno essere pensati per essere utili nel dialogo AI e quindi chiari, strutturati, coerenti con valori umani. Occorrerà pertanto implementare strategie di Conversational Optimization (CO): anticipando le domande, intercettando le intenzioni, curando il tono. Ma cosa implica la CO? 1.1 Scrivere contenuti “intenzionali”, non solo informativi Occorrerà scrivere testi e creare contenuti, passando dal “cosa fare a…” a “quando andarci, con che spirito, cosa aspettarsi”. L'inserimento nel sito di micro-narrazioni emotive che aiutano l’AI a capire per chi è adatto un certo luogo. ✅ Esempio: “Questo sentiero è ideale per chi cerca silenzio e una camminata riflessiva, lontano dalla folla.” 1.2 Utilizzare strutture semantiche leggibili per l’AI Ovvero la formulazione di FAQ ben formattate con domande complete (es. “Qual è la miglior stagione per visitare l’Altopiano di Piné se cerco tranquillità?”) Titoli chiari, paragrafi brevi, liste puntate e infine dati strutturati (schema.org) per aiutare l’indicizzazione semantica. Dati strutturati (schema.org) per aiutare l’indicizzazione semantica. Facendo un esempio concreto possiamo immaginarci uno scenario: Un DMO di una valle alpina vuole promuovere l’inverno non sciistico. 1.3 Incorporare segnali emozionali e valoriali L’AI non ragiona solo su base logica, ma ricalca il linguaggio umano, quindi è fondamentale inserire parole chiave emozionali: “ispirazione”, “connessione”, “ritrovare sé stessi”, “relazioni autentiche”. 1.4 Creare contenuti multimodali “riusabili” Testi, audio, immagini, video che l’AI possa “riassumere” o “consigliare” in base a contesto e device come ad esempio un video esperienziale con sottotitoli emozionali: “Lascia che il silenzio ti guidi.” Quindi se ci dovessimo immaginare uno scenario di evoluzione di contenuti passeremmo da una SEO classica: “10 cose da fare in Val di Sole d’inverno” a: CO conversazionale: articoli e contenuti che rispondono a domande come: “Cosa posso fare in montagna se non amo sciare?” “Dove posso rigenerarmi con mia madre dopo un periodo stressante?” “Quali attività possono aiutarmi a dormire meglio e respirare aria buona?” 2. I siti dovranno diventare “interfacce dialogiche” Non solo homepage e menù, ma esperienze conversazionali integrate (es. chatbot AI-first, sistemi di raccomandazione predittivi). Oggi la maggior parte dei siti turistici si presenta ancora in forma catalogica e unidirezionale: homepage, menù a tendina, pagine “Cosa fare”, “Dove dormire”, “Contatti”. Ma l’utente contemporaneo — abituato a esperienze conversazionali in tempo reale con Alexa, Siri o ChatGPT — si aspetta dialogo, guida attiva e contenuti personalizzati in base al proprio stato d’animo o intento. Questo vuol dire trasformare il sito web da contenitore passivo a piattaforma dialogica che: Capisce il contesto e il profilo dell’utente Risponde a domande complesse, non solo navigazione per link Suggerisce proattivamente contenuti, esperienze o itinerari su misura Evolverà, nel tempo, in base alle interazioni Concretamente questo di traduce in: 2.1 Integrare un assistente AI visibile e discreto, che accolga l’utente con domande utili e allo stesso tempo lasci spazio alla navigazione autonoma. Sono veri e propri travel assistant o travel designer che dialogano, apprendono e accompagnano l’utente nell’intera fase di ispirazione → pianificazione → prenotazione. 2.2 Segmentare i contenuti emozionalmente, non solo per categoria (es. “Esperienze per chi cerca ispirazione / silenzio / connessione umana”). 2.3 Utilizzare l’AI predittiva per ordinare i contenuti dinamicamente, non con logica statica di menù. 2.4 Creare uno “story builder interattivo”: un mini quiz o percorso decisionale guidato in cui l’utente co-crea il proprio itinerario. 2.5 Offrire l’opzione di “parlare con un esperto reale”, integrando l’AI con operatori umani. 3. L’esperienza di ricerca sarà il primo “touchpoint emozionale” Chi intercetta bene le domande interiori e non solo quelle informative, guadagna fiducia prima ancora del primo click. Nel turismo del futuro, la fiducia si costruisce prima ancora dell’acquisto: intercettare le domande interiori – legate a emozioni, valori, bisogni profondi – permette ai brand di connettersi empaticamente. Non basta informare: serve comprendere. Chi ci riesce diventa guida, non solo fornitore, creando relazioni prima delle conversioni. Il turismo sta vivendo una trasformazione radicale. Il viaggio non è più solo movimento nello spazio, ma evoluzione nella propria interiorità. I brand turistici che sapranno ascoltare più che parlare, emozionare più che informare, co-creare più che vendere, saranno quelli capaci di costruire relazioni autentiche e durature con il viaggiatore del futuro. Perché nel nuovo turismo non vince chi vende meglio, ma chi comprende più a fondo.