Team Building e Bootcamp AI: il trend per guidare il cambiamento in azienda
L’AI non è più un’opzione, è un imperativo
Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è uscita dai laboratori di ricerca per entrare nel cuore delle aziende. Secondo McKinsey, il 55% delle organizzazioni ha già adottato almeno una soluzione AI nei propri processi, e Gartner prevede che entro il 2030 oltre il 70% delle mansioni aziendali sarà supportato da sistemi di intelligenza artificiale.
Le aziende che sapranno sfruttare questa rivoluzione avranno un vantaggio competitivo enorme, ma il vero nodo da affrontare non è tanto la tecnologia quanto la cultura aziendale e la formazione delle persone.
Per questo oggi i team building e i bootcamp formativi dedicati all’AI stanno diventando il trend più efficace per accompagnare le organizzazioni al cambiamento: uniscono formazione teorica, esercitazioni pratiche e dinamiche collaborative, permettendo ai dipendenti di vivere in prima persona il potenziale dell’AI.
Team Building AI e Bootcamp AI due modi diversi per portare l'AI in azienda
Quando si parla di introdurre l’intelligenza artificiale all’interno delle organizzazioni, è fondamentale comprendere che esistono diversi formati di apprendimento ed esperienza, ciascuno con obiettivi e approcci specifici. Tra i più diffusi, due formule emergono come particolarmente efficaci: da un lato i team building AI, dall’altro i più strutturati bootcamp AI. Entrambe le modalità hanno lo scopo di avvicinare i dipendenti a questa tecnologia dirompente, ma lo fanno con logiche e finalità molto diverse.
Il team building AI rappresenta la porta d’ingresso più leggera e divertente all’universo dell’intelligenza artificiale. Si tratta infatti di un’attività che privilegia la dimensione esperienziale e collaborativa, con sessioni generalmente brevi, spesso della durata di mezza giornata o una giornata al massimo. L’obiettivo non è tanto quello di creare soluzioni concrete da implementare subito in azienda, quanto piuttosto stimolare curiosità, abbattere le barriere di diffidenza verso l’AI e far vivere ai dipendenti momenti di sperimentazione in chiave di intrattenimento. Attraverso giochi, esercizi pratici e sfide creative, i partecipanti hanno modo di interagire con strumenti di intelligenza artificiale generativa – ad esempio chatbot, software per la creazione di immagini o sistemi di supporto alla scrittura – e di comprenderne in modo immediato e intuitivo le potenzialità. In questo senso, il team building AI è uno strumento ideale per introdurre l’argomento a chi parte da zero, creando entusiasmo e predisponendo il terreno culturale per step successivi. È un’esperienza che mette al centro il divertimento e la scoperta collettiva, più che il raggiungimento di output di business tangibili.
Di contro, il bootcamp AI ha un’impostazione completamente diversa. Si tratta di un format più impegnativo e strutturato, che richiede un investimento maggiore di tempo – tipicamente almeno due giornate – e che si configura come un vero e proprio percorso formativo legato al cambiamento aziendale. Il bootcamp prevede una prima fase didattica, durante la quale i partecipanti vengono introdotti in modo guidato al mondo dell’intelligenza artificiale: trend, tecnologie, applicazioni nei diversi settori, impatti su processi e ruoli. Questa parte teorica fornisce un linguaggio comune e una base di consapevolezza indispensabile per passare alla seconda fase, molto più operativa e pragmatica.
Nelle sessioni pratiche del bootcamp, i dipendenti sono infatti chiamati a lavorare su business case reali, ovvero problemi e sfide specifiche della propria azienda. Divisi in team multidisciplinari, hanno la possibilità di sperimentare l’utilizzo degli strumenti di AI non in astratto, ma calandoli direttamente nelle dinamiche quotidiane del loro lavoro. L’approccio è orientato al business: si ragiona su come migliorare processi, ottimizzare attività ripetitive, creare nuove soluzioni per i clienti o innovare prodotti e servizi. Questo porta i team a sviluppare dei prototipi concreti con il supporto dell’intelligenza artificiale, che vengono poi presentati e valutati. In molti casi, i concept più promettenti possono successivamente trasformarsi in progetti pilota e, in prospettiva, essere implementati stabilmente all’interno dell’organizzazione.
La differenza sostanziale, quindi, sta nel livello di profondità e nell’obiettivo finale: mentre il team building AI è pensato come un primo contatto “soft”, che punta a creare familiarità e ad abbattere timori attraverso esperienze piacevoli e coinvolgenti, il bootcamp AI è un vero e proprio strumento di change management e innovazione. Quest’ultimo, infatti, aiuta l’azienda a fare un salto concreto verso l’adozione della tecnologia, costruendo competenze pratiche e generando idee ad alto impatto. Non a caso, il bootcamp è particolarmente indicato per aziende che desiderano non solo sensibilizzare i dipendenti, ma anche trasformare la cultura organizzativa e stimolare la nascita di progetti realmente applicabili.
In sintesi, il team building AI può essere paragonato a un laboratorio creativo che accende curiosità e spirito di squadra, mentre il bootcamp AI si configura come un percorso formativo strategico, capace di allineare i dipendenti sugli obiettivi aziendali e di fornire strumenti concreti per integrare l’intelligenza artificiale nei processi quotidiani. Le due formule non sono in competizione, ma complementari: spesso il team building rappresenta il primo passo per avvicinare tutti i collaboratori al tema, mentre il bootcamp diventa il momento chiave per trasformare quell’entusiasmo iniziale in progetti e risultati reali.
Grazie ai nostri partner in AI, e ad una rete di professori specializzati in intelligenza artificiale, LFM è in grado di offrire entrambe le tipologie di servizio, proponendosi come partner affidabile per ogni azienda che vuole guidare il cambiamento.
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